| Il Rinato (D'Annunzio)
Non videro la stella d'oriente i magi, non andava innanzi a loro ella per scorta su le nevi ardente;
non improvviso udiron elli il coro dei Messaggeri in Betleem di Giuda prostrandosi; non mirra, incenso ed oro
offersero alla creatura ignuda sopra la paglia della mangiatoia calda di fiati nella notte cruda; né, curvi in calca sotto la tettoia radiosa, i pastori di Giudea intonarono cantico di gioia.
S'ebbe natività nella trincea cava il Figliuol dell'uomo; e solo quivi, messo in fasce da piaghe, si giacea.
Fasciato di tristezza era tra i vivi e i morti, solo; e il ferro e il sangue e il loto erano innanzi a lui doni votivi.
E non piangea, ma intento era ed immoto. Laude gli era il rimbombo senza fine per il silenzio delle nevi ignoto;
cantico gli era il croscio delle mine occulto; gli era aròmato il fetore ventato su dalle carneficine.
E sanguinava in fasce; ed il rossore Si dilatava come immenso raggio, sicché tutti i ghiacciai parvero aurore,
tutte le nevi parvero il messaggio dei dì prossimi, l'ombra fu promessa di luce, il buio fu di luce ostaggio.
Ed intendemmo la parola stessa del suo profeta: "Un grido è stato udito in Rama, un mugolio di leonessa,
un lamento, un rammarico infinito: Rachele piange i suoi figliuoli che non sono più. Una cosa novella, ecco, è creata.
Il Signore ha creata una virtù nella carne. Quel ch'apre la matrice Ei farà santo. Ei semina quaggiù
una semenza d'uomini". Ora dicembre una voce: "Io farò rigermogliare in carne i tuoi germogli, o genitrice.
Ritieni gli occhi tuoi di lacrimare, ritieni la tua gioia del lamento; perché come la rena del tuo mare
t'accrescerò, come la rena al vento ti spanderò. Eccoti i tuoi figliuoli moltiplicati dal combattimento.
Senza sudarii tu, senza lenzuoli, li seppellisci ed io li dissotterro. Rifioriranno ai tuoi novelli soli,
alla nova stagione ch'io disserro". E quivi il Figliuol d'uomo era, il Rinato; e quivi erano il loto e il sangue e il ferro.
E con fasce da piaghe era fasciato; e sanguinava senza croce, come per il colpo di lancia nel costato.
Ma "Colui ch'è il più forte" era il suo nome.
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