Un mare di guai!

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Nocciola
view post Posted on 9/1/2007, 17:20




La Commissione europea lancia il suo allarme inquinamento: costerà migliaia di vite umane e milioni di euro

A parole si è tutti per i buono propositi ma nei fatti, poi, tutto cambia e tutti cambiano, e se non fosse per la presenza di pochi, isolati esempi (e pensiamo ad esempi che vanno dal micro al macro: singoli cittadini, interi Paesi), la tematica di cui sopra potrebbe pure non esistere, tanto...
Il problema però esiste e le conseguenze dell'inquinamento sono sotto gli occhi di tutti.
Ultimamente qualcuno ha fatto dei calcoli un po' differenti, calcoli i quali dati, forse, adesso smuoveranno qualcosa: si è venuto a calcolare quanto la deriva ambientale verrebbe a costare all'Europa e ai suoi abitanti, e il costo è tragico!
L'uomo dagli innati buoni propositi, ha visto l'alto pennacchio brumoso di una ciminiera avvolgere il proprio portafogli e riciucciarselo come una mentina. Ecco, forse sono state pizzicate le sue giuste corde.
Ma andiamo a guardare un po' più da vicino questi numeri e questi scenari...

Il riscaldamento globale potrebbe costare all'Europa migliaia di vite e miliardi di euro entro i prossimi 70 anni. E' impietoso lo studio sulla situazione climatica e ambientale elaborato dalla Commissione europea e pubblicato tre giorni fa dal Financial Times.
Se non saranno presi provvedimenti sulle emissioni dannose, ammonisce infatti Bruxelles, l'effetto serra e il relativo surriscaldamento del pianeta continueranno ad andare avanti a passi sempre più veloci.
Le possibili conseguenze per l'Europa, secondo il rapporto, investono ogni settore e andrebbero a colpire in particolare le aree meridionali del continente, con l'Italia in prima fila. Mentre il Nord Europa avrebbe un clima più mite e la possibilità di un'agricoltura più generosa, altrove si avrebbero siccità, gran caldo, inondazioni e colture depresse.

Sulla base dello studio ambientale, elaborato anche con sistemi satellitari, il rapporto Ue evidenzia due possibili scenari di riferimento:
- il primo prevede un innalzamento della temperatura di 2,2 gradi; - il secondo, più tragico, prevede un innalzamento di 3 gradi.
In entrambi i casi, entro un decennio, circa 11.000 persone in più potrebbero morire ogni anno a causa del caldo, mentre l'innalzamento del livello del mare causerebbe danni per un valore di miliardi di euro. Successivamente, nel caso del primo scenario (+2,2 gradi), quasi 29.000 persone in più potrebbero morire ogni anno nel Sud Europa dal 2071.
Il quadro più grave riguarda proprio il BelPaese che, insieme alla Spagna, potrebbe essere destinata a soffrire maggiormente questa situazione catastrofica a causa, si legge nel rapporto, di ''siccità, riduzione della fertilità del suolo, incendi e altri fattori dovuti al cambiamento di clima''. Ma lo studio non risparmia flora e fauna: ''piante e animali tipici di certe aree geografiche moriranno o si sposteranno verso altre zone''. E già oggi, per esempio, nel mare siciliano osservare specie ittiche o di flora marina appartenenti a zone di mare tropicale, portate dai trasporti marittimi, e che si sono ambientate perfettamente, riproducendosi, è qualcosa di assolutamente normale.

Ovviamente, l'innalzamento della temperatura porterà anche all'innalzamento del livello del mare che, secondo lo studio della Commissione, potrebbe crescere fino a un metro con costi ingenti per far fronte al fenomeno. Già nel 2020, in caso di innalzamento della temperatura di 2,2 gradi, la spesa per far fronte al disastro delle coste potrebbe essere di 4,4 miliardi di euro; nel caso del secondo scenario (+3 gradi) la spesa aumenterebbe a 5,9 miliardi e potrebbe crescere a 42,5 miliardi nel 2080.
Ma il riscaldamento globale non risparmierà, secondo lo studio, neppure altri settori come la pesca. Dal rapporto emerge infatti una tendenza alla migrazione degli stock di pesce verso le aree più a Nord. E c'è poi il problema delle inondazioni, sempre più intense un po' in tutta Europa.
E ancora... Le temperature al di sopra della media confondono la vegetazione con uno sfasamento stagionale, e in Italia, da quanto afferma la Coldiretti, sono per esempio già comparse le fioriture primaverili di primule sugli Appenini, di mimose in Liguria e di mandorli nel centro Sud. Il rischio, sempre secondo la Coldiretti, è che la fioritura anticipata di mimose e altri fiori li renda indisponibili per le ricorrenze tradizionali di San Valentino e della Festa della donna, che tradotto in ''economese'' significa: niente consistenti giri d'affari per quel che riguarda il settore dei floricoltori.
E ancora, ancora... L'aumento della temperatura fa sciogliere i ghiacci e, sempre per fare un esempio che riguarda l'Italia, la glaciologa Augusta Cerutti ha rivelato al telegiornale che negli ultimi anni i ghiacciai del Monte Bianco si sono ritirati di circa 30 metri. L'esperta ha poi sottolineato che il massiccio più alto d'Europa ''è meno sfortunato, per la sua altezza, di altre montagne in quanto vi sono maggiori possibilità di deposito della neve''. Cerutti conclude con una triste previsione: ''Se la temperatura aumenterà con i ritmi attuali, nel 2100 la Valle d'Aosta non avrà più ghiacciai''.

Ma la vittima per eccellenza, già in prima agonia e che perirà entro i fatidici 70 dello studio europeo, si chiama turismo, altra nota dolentissima ancora una volta per l'Italia e per gli altri Paesi del Mediterraneo.
Nello studio della Commissione hanno scritto che: se non si porrà fine all'effetto serra, le 100 milioni circa di persone che ogni anno trascorrono le vacanze nel Sud Europa - per un giro d'affari di circa 130 miliardi di euro -, entro i prossimi 70 anni spariranno. Per il Sud sarà soltanto desertificazione e la nuova riviera europea si sposterà inevitabilmente molto più a Nord.
Secondo Costanzo Jannotti Pecci, presidente della Federturismo-Confindustria ''l'Italia resisterà''.
Il turismo italiano saprà resistere perché ''non è solo legato a fattori climatici. Le nostre peculiarità, - insiste Jannotti Pecci -, sono la storia, la cultura, le bellezze del paese, l'arte e il cibo''. Il turismo, che genera il 6 per cento del Pil italiano saprebbe dunque, secondo gli esercenti, superare le difficoltà provocate dal peggioramento del clima ipotizzato dalla Commissione ambientale di Bruxelles. A Jannotti Pecci, inoltre, i dati dello studio sembrano ''previsioni apocalittiche che non si sa quale validità possano avere, ma al di là di questa valutazione, c'è una cosa certa: l'Italia rimane un attrattore turistico che non ha eguali al mondo per cultura e storia. Larga parte del nostro patrimonio deve essere valorizzata e altrettanta ancora scoperta. Scoprire e valorizzare tutto il nostro patrimonio è la migliore polizza assicurativa che possiamo trovare rispetto a eventi catastrofici che si potrebbero verificare''. ''Sia che queste previsioni siano vere o meno, come per tutti i fenomeni economici si determinerebbero effetti di accomodamento. Noi abbiamo già vissuto, in modo figurato, una sorta di desertificazione con il trasferimento di molte correnti turistiche estive in Grecia, Spagna, coste dell'Africa del Nord e anche in località dell'Oceano Indiano, davanti a questo fenomeno siamo corsi ai ripari riuscendoci'', ha detto infine il presidente della Federturismo-Confindustria.

Di diverso avviso, ovviamente, il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che dice: ''Lo studio della Commissione Europea conferma le nostre previsioni. Il cambio climatico è una priorità italiana e mondiale''. Il deputato dei Verdi e sottosegretario all'economia, Paolo Cento, invita a ''non sottovalutare il rapporto elaborato dall'Unione Europea'' e sottolinea che ''l'Italia è uno dei paesi europei più a rischio per gli effetti del riscaldamento globale. E' necessaria - prosegue Cento -, una presa di coscienza e una forte iniziativa politica per ridurre le emissioni inquinanti''.


 
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Nocciola
view post Posted on 31/1/2007, 11:37




Piccoli gesti che salvano l'ambiente e la Terra

Non chiedere cosa può fare il mondo per salvare il Pianeta, chiediti cosa puoi fare TU per salvare la Terra dalle prossime catastrofi ambientali che si annunciano se non si agisce subito. Parafrasando una famosa frase del presidente Kennedy, ci si domanda: quali sono i piccoli gesti quotidiani che non costano fatica ma che, sommati ad altri milioni di piccoli gesti, possono contribuire a inquinare di meno, a risparmiare energia, a migliorare l'ambiente, a non incrementare il riscaldamento globale e a risparmiare risorse per le generazioni future?
Non basta, infatti, (non basta più) non buttare la carta per terra, non lasciare rifiuti ai lati delle strade per sentirsi la coscienza a posto, utilizzare i mezzi di trasporto pubblici rispetto a quelli privati. Questo ormai è solo questione di educazione, mentre l'aumento delle temperature medie, lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento dei mari, la scomparsa delle barriere coralline richiede ben altro: soprattutto un diverso modello di vita e l'impegno quotidiano di ognuno, fatto anche di piccole cose.
Si va delle azioni che sembrano banali, ma non lo sono se si sommano a tutti gli altri, come spegnere il televisore e gli altri apprecchi elettrici e non lasciarli tutta la notte (o per giorni) in «stand-by», cioè con la lucetta rossa accesa. Sembra una piccola cosa, ma se lo facessero tutti si risparmierebbero migliaia di kiloWatt, risparmio che si traduce in migliaia di tonnellate di petrolio non bruciate per produrre energia elettrica utlizzata per nulla. I produttori di telecomandi, inoltre, potrebbero togliere il tasto stand-by (per non indurre in
tentazione...). Sarebbe meglio sostituire le lampadine a incandescenza con le nuove lampade a fluorescenza: consumano molto meno, circa il 75% in meno e durano di più (senza contare che è meglio spegnere le luci se si prevede di non tornare in quella stanza nei successivi cinque minuti). Acquistando un nuovo elettrodomestico, preferire quelli a risparmio energetico (ora sono indicati in modo chiaro): costano un po' di più, ma nel tempo si ripagano ampiamente con i minori consumi. Senza contare inoltre che l'utilizzo degli elettrodomestici in modo più razionale consente un notevole risparmio di energia.

Ma non è solo l'energia che è opportuno risparmiare. Anche l'acqua sta diventando un bene prezioso, e costoso. Fare un doccia, per esempio, significa consumare circa 50 litri d'acqua. Un bagno in una vasca, invece, ne consuma più del doppio. Migliaia di litri vengono persi ogni anno dai rubinetti che gocciolano o perché non sono chiusi bene.

Isolamento termico: attenzione poi agli spifferi da porte e finestre. Il freddo che entra (o il caldo in estate) costringe a riscaldare di più (o aumentare l'aria condizionata in estate) con un importante incremento nel consumo di energia.

Tenendo sempre conto della fondamentale importanza della raccolta differenziata dei rifiuti (il cui però il funzionamento non dipende dal cittadino, ma dalle amministrazioni pubbliche), un aspetto poco considerato ma che sta assumendo una dimensione consistente è l'alimentazione. Non è solo una questione di obesità, e quindi di salute e di spesa sanitaria, ma i modelli alimentari influenzano l'emissione di gas serra, la deforestazione e il riscaldamento globale. L'aumento del consumo
di carne di manzo rispetto al passato ha moltiplicato gli allevamenti. Recenti studi hanno dimostrato che i bovini sono responsabili del 23% delle emissioni di metano, un gas serra molto più efficiente dell'anidride carbonica per il riscaldamento terrestre. Inoltre l'aumento dei capi di bestiame per carne ha fatto aumentare le coltivazioni di soia e mais destinate alla loro alimentazione, piante che hanno bisgono di molta acqua, senza contare la deforestazione (specie in Amazonia) per far spazio alle culture e ai capi di bestiame che alimentano l'industria dell'hamburger. Secondo l'Istituto francese dell'ambiente per produrre un chilo di carne di vitello si immettono nell'ambiente oltre 45 kg equivalenti di anidride carbonica, un chilo di carne di agnello equivale a 14 kg di CO2, un chilo di carne di pollo da allevamento ad appena 2 kg di CO2. Percorrendo 100 km in auto si immettono nell'ambiente 22 kg equivalenti di anidride carbonica.
Nessuno chiede di diventare vegetariani e di abbandonare la carne, ma quando si sta per addentare un filetto pensiamo un po' anche all'ambiente.


Corriere.it
 
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Nocciola
view post Posted on 2/2/2007, 11:13




Il Livello mare salirà di 18-59 cm entro 2100

E' la previsione degli esperti dell'Ipcc riuniti a Parigi. Ma potrebbe andare anche peggio: «Livelli maggiori non vanno esclusi»

PARIGI - Il livello del mare crescerà probabilmente tra i 18 e i 59 centimentri entro il 2100 anche se potrebbe andare anche peggio, in conseguenza allo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e in Antartico. Lo afferma il rapporto pubblicato dagli esperti del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) riuniti a Parigi. Una precedente stima nel 2001 aveva fissato l'innalzamento dei mari tra i 9 e gli 88 centimetri. Il rapporto odierno precisa però che «valori maggiori non possono essere esclusi» e che è impossibile dare una stima più precisa in quanto ancora non si può prevedere con esattezza il comportamento del ghiaccio che ricopre l'Antartico e la Groenlandia.

RISCALDAMENTO DURERÀ OLTRE UN MILLENNIO - Il riscaldamento del clima sulla Terra durerà per «oltre un millennio», hanno inoltre affermato gli esperti nel rapporto pubblicato oggi sul cambiamento climatico. La temperatura si innalzerà fra l'1,8 i i 4 gradi entro il 2100. Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità del 90 per cento che il riscaldamento climatico sia dovuto all'emissioni umane di gas serra.

NATI NEL 2007 VIVRANNO IN MONDO PIÙ CALDO - «I bambini nati nel 2007 vivranno in un mondo più caldo», aveva affermato il direttore esecutivo del Programma dell'Onu per l'ambiente (Unep), Achim Steiner, qualche ora prima della diffusione delle previsioni mondiali sul cambiamento climatico. «Globalmente il messaggio è chiaro: se è vero che la prova assoluta non sarà disponibile prima che sia troppo tardi, non vi possono più essere dubbi seri che le emissioni umane di anidride carbonica e di altri gas da effetto serra presentino un rischio reale per il nostro benessere», scrive Steiner in un comunicato. «I bambini nati nel 2007 vivranno in un mondo più caldo, dalla tendenze meteorologiche considerevolmente modificate e dove il livello del mare sarà più elevato», aveva aggiunto il direttore esecutivo dell'Unep.


Corriere.it
 
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Acciderba Marilù
view post Posted on 2/2/2007, 13:16




Che rabbia! image
 
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claudioblu
view post Posted on 2/2/2007, 13:30




CITAZIONE (Acciderba Marilù @ 2/2/2007, 13:16)
Che rabbia! image

:huh:
Ma perchè tui quanto vorresti campà??? :huh:
 
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Acciderba Marilù
view post Posted on 2/2/2007, 13:34




CITAZIONE (claudioblu @ 2/2/2007, 13:30)
CITAZIONE (Acciderba Marilù @ 2/2/2007, 13:16)
Che rabbia! image

:huh:
Ma perchè tui quanto vorresti campà??? :huh:

Sono solita pensare anche agli altri.. -_-
 
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claudioblu
view post Posted on 2/2/2007, 13:46




CITAZIONE (Acciderba Marilù @ 2/2/2007, 13:34)
CITAZIONE (claudioblu @ 2/2/2007, 13:30)
CITAZIONE (Acciderba Marilù @ 2/2/2007, 13:16)
Che rabbia! image

:huh:
Ma perchè tui quanto vorresti campà??? :huh:

Sono solita pensare anche agli altri.. -_-

Volevo vedertelo scrivere :slurp:

..come sei scontata mado :simo:
 
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6 replies since 9/1/2007, 17:20   156 views
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