Giovedì la Giornata mondiale acque, A rischio 10 grandi bacini fluviali

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Acciderba Marilù
view post Posted on 21/3/2007, 17:23




L'allarme acqua è sempre più forte. Il dato emerge dal rapporto del Wwf lanciato in tutto il mondo, alla viglia della Giornata mondiale della acque in programma giovedì, illustra le sei principali minacce che mettono a rischio i 10 più grandi bacini fluviali del mondo. Il Nilo in Africa, il Gange, l’Indo, lo Yangtze, il Mekong e il Salween in Asia, il Danubio in Europa, il La Plata, il Rio Grande in America, e il Murray in Australia.

Negli ultimi 50 anni, gli ecosistemi (compresi quelli idrici) hanno subito alterazioni più profonde che in qualunque altro periodo storico: rapida crescita demografica, sviluppo economico e industriale hanno causato trasformazioni dell’ecosistema acqua che non ha precedenti e che in qualche caso mostra segni di irreversibilità. Se non si interverrà per mitigare l’impatto che deriva da cambiamenti climatici, infrastrutture (porti, dighe), eccessiva captazione delle acque, inquinamento, sfruttamento della pesca, specie invasive, la posta in gioco sarà la loro sopravvivenza e quella delle popolazioni che da essi traggono sostentamento.

A titolo di esempio vale ricordare che il 41% della popolazione mondiale vive in bacini fluviali sottoposti a profondo stress idrico, più del 20% delle 10.000 specie d’acqua dolce si sono estinte o sono gravemente minacciate come conseguenza di alterazioni e perdita di habitat, eccessiva captazione delle acque, inquinamento, aumento di specie invasive e sfruttamento non sostenibile delle risorse ittiche.

I fiumi costituiscono l’insostituibile scorta d’acqua del Pianeta: una volta distrutti, che ne sarà delle risorse, e della stessa sopravvivenza dell’uomo che da esse dipende? Indo e Nilo subiscono più di altri l’impatto dei cambiamenti climatici: il primo è per più del 30% in condizioni di siccità per la scomparsa dei ghiacciai da cui dipende e il secondo subisce in modo drammatico l’innalzamento della temperatura globale al punto che il fiume più lungo del mondo ha cessato di riversare nel Mediterraneo acque dolci, provocando un’alterazione nei livelli di salinità in corrispondenza del delta.

Dallo stato di salute di questi due fiumi simbolo dipende una popolazione di oltre 500 milioni di abitanti. Yangtze e Mekong in Cina e nel sud-est asiatico sono principalmente minacciati da inquinamento e sfruttamento eccessivo della pesca. Lo Yangtze rappresenta il 40% delle risorse idriche della Cina e da esso dipendono più del 70% della produzione nazionale di riso, il 50% di quella di grano e più del 70% delle risorse ittiche: in una cifra questo bacino rappresenta il 40% del PIL cinese. Negli ultimi 50 anni i livelli di inquinamento sono cresciuti del 73%, con un totale di 25 tonnellate tra acque reflue e scarichi industriali. Il Mekong – il più grande bacino fluviale del sud-est asiatico – è tra i più intatti e quindi tra i più pescosi con un valore commerciale dei prodotti ittici pari a più di 1,7 miliardi di dollari ma la pesca eccessiva e le pratiche illegale rischiano di privare 55 milioni di abitanti della loro principale fonte di sostentamento (l’80% delle proteine animali viene dal Mekong).

"La fotografia della situazione di questi grandi del mondo ci aiuta a capire quanto il diritto fondamentale e inalienabile dell’uomo all’acqua sia seriamente a rischio - ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - . La parola d’ordine, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non può che essere gestione integrata dei bacini fluviali, cioè una visione unitaria degli interi bacini idrici capace di rendere, come obiettivo fondamentale della loro gestione, il buono stato ecologico di salute degli stessi. E’ indispensabile una forte cooperazione internazionale, buona volontà e lungimiranza per ottenere questi risultati. La buona salute e la vitalità dei sistemi idrici è una vera garanzia del nostro benessere. La nostra priorità deve essere l’eliminazione delle minacce che oggi distruggono queste grandi arterie della Terra”.

Tgcom
 
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Nocciola
view post Posted on 23/4/2007, 17:06




Siccità: si va verso lo stato di emergenza
I tecnici sono pronti a chiedere al governo lo stato di crisi per razionare l'acqua destinata all'agricoltura.

Poca acqua e poca energia elettrica. Potrebbe scattare l'emergenza nazionale sul fronte della siccità che rischia di mettere l'Italia in difficoltà nei prossimi mesi, anche sul fronte di un blackout elettrico. I tecnici che seguono la vicenda - che si sono riuniti al Ministero per lo sviluppo economico per fare il punto sulla situazione - sarebbero orientati a chiedere al Governo lo stato di crisi prevedendo anche il contingentamento, ma non per gli usi domestici, delle risorse idriche nei prossimi mesi.
A pesare - secondo quanto si apprende - sarebbero anche le previsioni di temperature nei prossimi mesi sopra le medie stagionali oltre alla carenza idrica (il lago Maggiore, ad esempio, registra un livello di invaso inferiore di 60 milioni di metri cubi rispetto al 2006).
Gli esperti ipotizzano infatti previsioni di precipitazioni - nei prossimi tre mesi - in linea con la media dello scorso anno e un incremento della temperatura di circa un grado rispetto alla media degli altri anni.
Nella riunione di lunedì, si sarebbe discusso dell'ottimizzazione delle poche risorse a disposizione, attraverso dei «rilasci controllati» in modo da evitare sprechi e mantenere il più alto possibile il livello del Po, mai così basso ad aprile. E la predisposizione di misure operative che consentano di ridurre il rischio black out.
«L'emergenza siccità va affrontata senza indugi e con razionalità. Il primo passo, vista la situazione ed i problemi per l'ambiente, l'agricoltura e l'energia, è dichiarare lo stato di crisi, che martedì chiederò nel corso del Cdm». Lo dice il presidente dei Verdi e ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che aggiunge: «Lo stato d'emergenza, però, non basta. Servono interventi strutturali. In particolare è necessario varare un piano antisprechi ed avviare l'ammodernamento della rete idrica italiana, che disperde una quantità inaccettabile delle risorse a causa della propria fatiscenza».
Di fatto, il programma per la razionalizzazione della risorsa acqua per far fronte al problema della siccità è già partito. Produttori e gestori di energia, Authority e Regioni, autorità di Bacino e Protezione Civile, nella riunione di lunedì, hanno convenuto che era necessario definire un programma da subito operativo.
Infatti le previsioni per i prossimi mesi non consentono di recuperare il deficit idrico accumulato in autunno e in inverno e, dunque, il problema della siccità è ormai una realtà più che un rischio. Il programma prevede quindi che già da ora vengano effettuati dei rilasci controllati di acqua, sia dai grandi laghi sia dagli invasi alpini, in modo da consentire di ripristinare soprattutto il livello del Po. Un ripristino che, in ogni caso, non consentirà di tornare a livelli abituali, visto che ad oggi il grande fiume ha una portata inferiore anche a quella del 2003, quando vi fu la necessità di intervenire pesantemente con la dichiarazione dello stato d'emergenza e il varo di una cabina di regia nazionale per la razionalizzazione delle risorse a disposizione.

Corriere.it
 
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Acciderba Marilù
view post Posted on 23/4/2007, 20:18




Mi viene l'angoscia.. image
 
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2 replies since 21/3/2007, 17:23   98 views
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